lunedì 24 maggio 2010

Scusate se sono mancato

Da quando ho aperto questo blog non ho avuto moltissimo tempo per seguirlo.... Allora perchè lo hai aperto, direte voi. In realtà lo uso per inserire idee personali di cui lasciare traccia.
Ho visto che qualcuno mi ha scritto, ed io non ho riaposto e nemmeno dato un cenno di ricevuto. Me ne dispiace. Prometto che cercherò di essere più presente.
Salute a Tutti
Valter Maggi

Un Premio alla Biodiversità.... forse dei ricercatori!

Ebbene si, abbiamo avuto un altro premio.
Dopo il Premio Cartesio 2007 dell'Unione Europea, per la collaborazione scientifica, al progetto EPICA, ed il Premio Eccellenza dell'ENEA nel 2008, sabato 22 Maggio 2010, per la capacità innovativa nelle perforazioni in ghiaccio, il Progetto TALDICE (Talos Dome ICe Core Project) ha ricevuto il premio "Ambasciatori della Biodiversità" in occasione dell'Anno Internazionale della Biodiversità 2010. In una riunione dove hanno partecipato il il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che il Vicepresidente del Consiglio dei Ministri Gianni Letta, Il Ministro per l'Ambiente Stefania Prestigiacomo ha consegnato il Premio a un gruppo di rappresentanti italiani del progetto internazionale. Massimo Frezzotti (coordinatore), Antonio La Notte (logistica), Fabrizio Frascati (capo perforatore), Roberto Udisti (Chimica), Carlo Barbante (chimica), Barbara Delmonte (polveri atmosferiche), Bianca MAria Narcisi (polveri vulcaniche), Barbara Stenni (isotopi stabili) e Valter Maggi (polveri atmosferiche e leader di perforazione) hanno presenziato alla manifestazione e ritirato la targa.
Ancora poco chiaro perchè questo premio alla biodiversità, sia stato dato ad un gruppo di paleoclimatologi, ma forse non è l'unico perchè. Intendiamoci, sono orgogliosissimo del premio dato, non tocca me dirlo, ma sicuramente ci meritiamo un poco di considerazione visto il lavoro svolto e, specialmente, i risultati ottenuti. E' un premio a tutti coloro che lavorano con noi e che hanno condiviso, e continuano a condividere, questa esperienza che, anche se a stento, continua. Basta apologia di me stesso. Metto in linea una foto del gruppo con il premio (io sono quello alto!), ringrazio tutti quelli che lavorano con noi e speriamo in un migliore futuro.




Comunicato stampa inviato ai giornali

Il Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare Stefania Prestigiacomo ha assegnato il titolo di “Ambasciatore della Biodiversità” per l’eccellenza scientifica al Progetto Europeo di perforazione in ghiaccio in Antartide “TALDICE” (TALos Dome Ice CorE) www.taldice.org.



Il titolo “Ambasciatore della Biodiversità” è un riconoscimento per importanti ricerche che si sono distinte per impegno e sensibilità in campo ambientale.

TALDICE è un Progetto di ricerca paleoclimatico che prevede lo studio di una perforazione profonda di ghiaccio in Antartide. I ghiacci polari, oltre a svolgere un ruolo fondamentale nel sistema climatico del nostro pianeta, costituiscono l’archivio naturale più dettagliato e completo della storia del clima e dell’atmosfera terrestre. Rappresentano pertanto una risorsa di fondamentale importanza per gli studi sui “Cambiamenti climatici”.

La perforazione del Progetto TALDICE è terminata nel 2007 alla profondità di 1620 m. L’età del ghiaccio raggiunto è di oltre 250 mila anni. I carotaggi profondi nel mondo che hanno raggiunto con successo queste profondità e queste età sono solo 5 (oltre a TALDICE si annoverano EPICA DC 820 mila anni, Dome Fuji 720 mila anni, Vostok 440 mila anni, EPICA DML 250 mila anni). I ricercatori dispongono ora di una “carota” con alta risoluzione temporale che contiene una registrazione dettagliata e continua della storia del clima e dell’atmosfera terrestre dall’ultima glaciazione e del periodo “interglaciale” attuale.

TALDICE è un progetto europeo a leadership italiana al quale partecipano, oltre all’Italia, Francia, Germania, Regno Unito e Svizzera. La partecipazione italiana è rappresentata da ricercatori dell’ENEA, delle Università di Bologna, Milano-Bicocca, Firenze, Parma, Venezia, Trieste, IDPA-CNR e dell’INGV. Alle attività di perforazione hanno collaborato attivamente tecnici dell’ENEA Brasimone e del Laboratoire de Glaciologie et Geophysique de l’Environnement (Grenoble, Francia). Le ricerche italiane sono svolte nell’ambito del Programma Nazionale di Ricerca in Antartide, finanziato dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e sono gestite dal Consorzio per l'attuazione del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (PNRA S.C.r.l., costituito da ENEA, CNR, INGV ed OGS).

La rilevanza scientifica delle ricerche italiane in questo campo era stata già consacrata da riconoscimenti di prestigio come il Premio Cartesio 2007, conferito dalla Commissione Europea al progetto europeo “EPICA” (European Project for Ice Coring in Antarctica), e dal premio E2 - Eccellenze ENEA 2008, conseguito per la realizzazione di sistemi di perforazione profonda in ghiaccio e analisi delle carote prelevate in Antartide.

Questi risultati sono stati raggiunti grazie ad una programmazione scientifica pluriennale ed un flusso continuo di finanziamenti al PNRA dal 1985 al 2005. Purtroppo, a partire dal 2006 la mancata individuazione delle risorse finanziarie a scala pluriennale ha tagliato le gambe a queste attività che hanno rappresentato l’eccellenza nella ricerca e nella collaborazione internazionale. L’Italia sta perdendo quel ruolo di primo piano che aveva faticosamente raggiunto nella comunità scientifica internazionale. E’ indispensabile che gli organi di governo intervengano con urgenza e determinazione attraverso la riorganizzazione della struttura del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide, l’individuazione e la pianificazione di programmi e relativi finanziamenti adeguati al ruolo del nostro Paese e alle nuove sfide della ricerca nelle aree polari, le più sensibili al cambiamento climatico e già soggette a radicali modificazioni ambientali.

martedì 12 gennaio 2010

Nel ghiaccio dell'Antartide i segreti del clima del passato: intervista al paleoclimatologo Valter Maggi

Seguendo una linea che vede il MeteoGiornale impegnato nel dare la parola agli studiosi del clima, vedasi le recenti interviste ai dott. Provenzale, Scafetta, Caserini e Guidi, abbiamo pensato di porre al dott. Maggi alcune domande nell'ambito delle sue specializzazioni, altre più generali sul problema dei cambiamenti climatici e sullo stato della ricerca in Italia.

[MTG] Dott. Maggi, si è appena concluso l'anno idrologico, l'inverno scorso, molto nevoso, aveva fatto sperare in un recupero di massa dei ghiacci alpini, poi è venuta un'estate molto calda e secca. Alla fine il bilancio nell'ultimo anno per i nostri ghiacciai è stato positivo o negativo?

[Prof. Maggi] Circa 15 giorni fa si è riunito il Comitato Glaciologico Italiano, che, tra l'altro, raccoglie i dati del monitoraggio di oltre un centinaio di ghiacciai alpini. Dalle ultime misure risulta un continuo ritiro di praticamente tutti i ghiacciai sotto osservazione. Attenzione, non basta un anno di nevicate abbondanti per cambiare la tendenza di un ghiacciaio. Bisogna vedere cosa succede all'interno dell'intero anno idrologico, tra l'accumulo invernale e la fusione estiva. Inoltre, non basta un anno per invertire la tendenza, un ghiacciaio deve registrare parecchi anni positivi per poter rispondere con un'avanzata.

L'intero aricolo è pubblicato su MeteoGiornale.it.